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Pro Loco Seravezza

Riomagno

Altezza: 88 m. s.l.m.
Abitanti: 302 (al 31 luglio 2008, rispetto ai 294 del censimento 2001)
Chiesa: S. Giovanni Battista
Patrono: S. Giovanni Battista (24 giugno)
Eventi e Tradizioni: Processione nel giorno dei festeggiamenti per il Patrono (24 giugno), Riomagno foto incontri (fine giugno)

POSIZIONE GEOGRAFICA

Il borgo di Riomagno si trova lungo la riva sinistra del fiume Serra, un tempo chiamato anche Rimagno, lungo la strada che da Seravezza s’inoltra verso il Monte Altissimo. 

STORIA

Secondo il Repetti, il paese prende il nome “dal ricco torrente di Rimagno, altrimenti appellato Serra, il quale scende dai fianchi del Monte Altissimo”; anche il Barbacciani Fedeli sostiene che il nome Rimagno derivi da Rivus Magnus o Torrente Grande (anche se qualcuno lo chiama Canale della Cappella). Dino Bigongiari affermava, al contrario, che il toponimo Rimagno-Riomagno derivasse da Arimanni, popolazioni germaniche che scorrazzarono in Versilia all'epoca delle invasioni barbariche.

La località fu residenza fino dal XIII° secolo dei primi cavatori locali che estraevano il marmo dalla Cappella. Il borgo sorse nella seconda metà del XV° secolo. Secondo il Santini Riomagno, appartenente al comunello della Cappella, esisteva già nel XIV°, come risulta dall'estimo del comune di Pietrasanta del 1377 sotto il toponimo di Ponte di Rimagno (prima del ponte c'era solo una carrareccia).

Da un estimo del 1415 si apprende che il villaggio era composto da poche case e orti. Nel 1517 il borgo si ingrandì grazie all'arrivo di Michelangelo e dai suoi scalpellini venuti da Settignano e alloggiati in paese, tra i quali si ricorda Donato Benti. La carrareccia prima del ponte era chiamata “strada per la carra de' marmi” che si distaccava per attraversare con un guado il torrente. Così la definì lo stesso Michelangelo Buonarroti in una lettera indirizzata a Berto di Filicaia, parlando dei lavori ancora necessari per ultimare la strada e per tagliare “certi sassi o vero grotte”. Certo è che, come ricorda il Santini, le opere di “escavazione del Buonarroti in Finocchiaia, in Trambiserra  e alla Cappella per l'opera di S. Maria del Fiore,  nonché le altre intraprese da Cosimo I all'Altissimo, dovettero recar grandi vantaggi a questa villa (...)”. Proprio a Michelangelo si deve dunque la realizzazione dell'attuale mulattiera che collega Riomagno alla Cappella e poi Azzano, per proseguire poi fino al Monte Altissimo: per questa ragione quest'antico sentiero, oggi diventato un interessante itinerario storico-artistico, ha preso il nome di “Via di Michelangelo”.

Nel 1567 e nel 1577 gli abitanti di Riomagno ottennero di innalzare il paese a comunello indipendente, sebbene facesse ancora parte del comune della Cappella. Nel 1634 esisteva già l'oratorio di S. Giovanni Battista. Verso il 1695 avvenne il restauro dell'antico Ponte di Riomagno a spese del comune della Cappella. Attorno al 1720, soprattutto a cura delle famiglie Fortini e Piccinini, era attiva la fabbricazione delle mattonelle per pavimento levigate a mano, mentre la famiglia Rossi possedeva una segheria dotata di frullone (lucidatrice). A metà del '700 vi era anche un laboratorio per la produzione di quadrette e una concia di cuoiami. Nel 1770 Riomagno era composto da 79 famiglie, pari a 306 abitanti, tra cui un muratore, un fabbro, due legnaioli, due scalpellini, due conciatori e sei tessitori; inoltre erano attive due segherie e un frullone. Tuttavia la maggior parte degli uomini erano operai impiegati nell'estrazione e nella lavorazione del marmo. L'attività era tale che proprio a Riomagno, lungo il fiume Serra, furono costruiti i primi opifici: segherie ad asta che potevano tagliare soltanto due lastre per volta e poi a telaio, in grado di segare fino a 12 lastre; inoltre vi erano frulloni per levigare le quadrette e le lastre utilizzando acqua e sabbia silicea. Nel 1845 gli stabilimenti in attività appartenevano a proprietari anche di cave, come i fratelli Tarabella, i fratelli Tonini, Giovanni Mirnadoli e Giuseppe Bandelloni. 

Nel 1889 nacque la società operaia mutuo cooperativo tra i cavatori, che ebbe come fondatore e primo presidente Bettino Pilli, soprannominato “il medico dei poveri”. Nel 1906 venne creato il circolo ricreativo (Cro), ad opera di Giuseppe Marrai. Verso la fine del 1910 si aprì anche la cooperativa alimentare. Con l'avvento del fascismo le attività del circolo vennero duramente ostacolate, come dimostra l'attacco squadrista effettuato nel 1926 e respinto da un gruppo di rimagnesi guidato da Raffaello Paoli. Nonostante ciò l'attività del circolo fu costretta ad affievolirsi. Una parte importante della resistenza versiliese va attribuita alla gente di Riomagno, e in particolare alla famiglia Paoli, da cui proviene Amos, medaglia d'oro al valor civile per essere stato martirizzato e fucilato dalle SS naziste. Nel secondo dopoguerra il paese, data la vicinanza al centro di Seravezza e alla pianura versiliese, non ha subito un forte spopolamento. Riomagno festeggia il proprio Santo Patrono, San Giovanni Battista, ogni anno il 24 giugno, con un falò tradizionale e di buon auspicio sul greto del fiume, mentre ogni tre anni la statua del Santo viene portata in processione per le vie del paese con il suggestivo sottofondo dell’illuminazione a luce viva.

LUOGHI D’INTERESSE

BUSTO DI AMOS PAOLI

Amos Paoli nacque a Riomagno nel 1917 e crebbe in un ambiente fortemente anti-fascista. In giovane età, a seguito della poliomielite, rimase paralizzato e fu costretto alla sedia a rotelle. Allo scoppio della Guerra e durante la Resistenza, non potendo essere un partigiano in prima linea a causa del suo handicap, aiutò i suoi compagni raccogliendo armi e munizioni che trasportava proprio sulla sua carrozzella sfruttando così il suo stato di invalido. Nel 1944, a causa di una soffiata da parte presumibilmente di un carabiniere di Seravezza, una squadra delle SS andò a perquisire la sua casa a Riomagno e vi trovò una grande quantità di armi. Amos fu immediatamente catturato con altri compagni e fu portato al comando delle SS, dove subì violenze e torture. Non denunciò mai i partigiani con i quali era in accordo e scagionò gli amici e i familiari; purtroppo questa sua lealtà e amore verso i suoi cari lo portò alla morte che avvenne a due giorni dalla sua cattura sul Monte Quiesa.

Nel 1978 la Repubblica Italiana gli ha conferito la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria. Dopo l'intitolazione della scuola media statale di Seravezza, il 25 giugno 1995 il Comitato Amos Paoli ha inaugurato un monumento a lui dedicato, opera dell’artista locale Sirio De Ranieri e finanziato dai cittadini, collocato all’ingresso del paese di Riomagno in prossimità della sua casa andata distrutta durante la II Guerra Mondiale. Dal 1995 ogni ultima domenica del mese di giugno il Comitato Amos Paoli organizza una cerimonia di commemorazione davanti al suo monumento.

ORATORIO DI  S. GIOVANNI BATTISTA

L’oratorio, costruito in fondo alla piazzetta centrale del paese di Riomagno, è posto su una piccola platea di sei scalini.

Fonti storiche affermano che venne edificato nel 1608 da alcuni abitanti della comunità con il denaro raccolto grazie alle elemosine e alle questue. L’oratorio doveva presentare la forma attuale già quando passò sotto la tutela della Compagnia di San Giovanni Battista, istituita nel 1618. Era, infatti, composto da un’aula rettangolare coperta da un tetto con capriate, con la facciata liscia e forata da un rosone e dal portale in marmo con stipiti e architrave modanati a listelli e due mensole aggettanti che sorreggono il timpano chiuso. Solo in seguito l’oratorio venne ampliato con l’edificazione di una sacrestia e di una piccola canonica e venne arricchito con un nuovo altare in marmo ornato di marmi mischi e di brecce, che venne collocato a ridosso della parete a lato del monte. Il paliotto dell’altare era ornato ad intarsio con motivo floreale. La pala, in marmo bianco, rappresenta la Natività di San Giovanni Battista ad altorilievo in marmo bianco.

Nel 1823 la chiesa fu dotata di un poderoso campanile costruito su un piccolo terrazzamento a monte dell’edificio e da esso indipendente. La torre, quadrangolare, è costituita da una muratura a vista in pietrame, sottolineata da bozze di marmo poste lungo gli spigoli, nelle cornici marcapiano e intorno alle aperture a tutto sesto della cella campanaria. Successivamente, sulla sommità del campanile, venne aggiunto un nuovo tratto per l’alloggiamento dell’orologio. Nella seconda metà dell’800, infine, all’aula quadrangolare dell’oratorio fu aggiunta una cappella absidata, coperta da una volta a crociera e chiusa a nord con la calotta dell’abside entro il tetto a due spioventi di pari altezza della navata. La cappella fu arredata internamente con un maestoso altare dedicato alla Madonna del Soccorso e lungo le pareti si trovano due affreschi, d’autore ignoto, molto danneggiati, rappresentanti la Natività e la Deposizione di Cristo. Nel 1971 l’edificio fu sottoposto ad interventi di restauro, che non furono i primi, a seguito dei quali fu aggiunto un altare di fronte a quello antico. Una rovinosa frana staccatasi dal monte dietro la chiesa sul finire degli anni '70 distrusse parzialmente la sacrestia e la piccola canonica rendendo inutilizzabile la chiesa per circa un decennio, fino a quando, una volta reperiti i fondi necessari da parte della cittadinanza, venne dato il via ai lavori di ristrutturazione e dopo qualche tempo la chiesa ha ripreso la sua piena funzionalità

Negli anni '90, dopo aver definitivamente messo in sicurezza i locali dell’Oratorio, i Riomagnesi, con l’aiuto delle istituzioni e di enti pubblici e privati – su tutti la Cassa di Risparmio di Firenze –, si sono dedicati a migliorare l’interno della chiesa. Per primo è stato sostituito il rosone che versava in pessime condizioni: il nuovo rosone in vetro intarsiato, riporta un’immagine sacra opera del professor Giuseppe Fabbricotti. In un secondo momento è stata sfruttata l’opportunità di impreziosire le pareti del coro, grazie all’opera dell’artista pietrasantino Bremer, che ha realizzato due grandi affreschi rappresentanti sulla sinistra la Deposizione di Cristo e sulla destra la Resurrezione. Infine, recentemente, la comunità di Riomagno è stata onorata della donazione di un Crocifisso ligneo dipinto a mano di grandi dimensioni opera del professor Alfredo Barberi, che è stato collocato sulla parete di fronte alla cappella della Madonna del Soccorso.

Vi si celebra la Santa Messa in occasione della festa del Santo Patrono San Giovanni (24 giugno), ed in alcune festività particolari. 

I SENTIERI

ITINERARIO STORICO-ARTISTICO: SERAVEZZA – LA CAPPELLA – AZZANO: SULLA VIA DI MICHELANGELO

Partendo dal centro storico di Seravezza si imbocca la via Michelangelo Buonarroti che costeggia il fiume Serra e, in un minuto di auto, si raggiunge l’abitato di Riomagno (nel caso in cui si parta a piedi, e’ preferibile costeggiare il fiume sul lato destro, lungo la via Monte Altissimo).

Qui, lasciatala macchina si prosegue a piedi, dopo il ponte, sul lato destro, troviamo il caratteristico “C.R.O.”, di fianco al quale inizia una stradina che passa sotto un arco di case. Lo si oltrepassa e si svolta sulla destra imboccando una antica mulattiera che si snoda attraverso terrazzamenti coltivati a vigneto alternati a castagneti e a tratti di bosco. Giunti sotto il paese di Fabbiano ci si imbatte nei resti delle antiche cave di bardiglio, marmo dal caratteristico colore scuro. Il piccolo paese è caratterizzato da strette vie, muretti a secco, “marginette” e vecchi lastricati. Dopo aver attraversato il paese la mulattiera conduce, sempre attraverso le cave non più attive, al “belvedere”, una grande terrazza naturale dalla quale è possibile godere la vista del litorale, delle isole dell’arcipelago toscano, delle cave della Costa e di Trambiserra e del Monte Altissimo. Proseguendo si raggiunge in pochi minuti la pieve romanica di S. Martino in località La Cappella (XI°-XII° secolo), che presenta un notevole rosone attribuito al Buonarroti e pertanto definito “occhio di Michelangelo”.

Visitata la Pieve proseguiamo verso il paese di Azzano; visitato il paese si ripercorre la mulattiera prima affrontata.

ITINERARIO NATURALISTICO: LA VALLE DEL SERRA

Da Riomagno, si risale la via asfaltata, chiamata non a caso Via Monte Altissimo, che  si snoda lungo la Valle del Serra, in un paesaggio selvaggio e spettacolare per la presenza di “ravaneti”(i tipici depositi di detriti del marmo)e cascate d'acqua cristallina. Percorsi pochi chilometri si giunge in località Desiata, dove scendendo lungo il greto del fiume, è possibile ammirare le caratteristiche pozze formate dall'acqua del fiume, particolarmente apprezzate nel periodo estivo per bagni ghiacciati.

Proseguendo ancora, con lo spettacolo incomparabile del Monte Altissimo che si staglia di fronte, giungiamo ad un bivio: a destra la strada asfaltata conduce ad Azzano, mentre a sinistra una strada sterrata di servizio alle cave sale fino alla Polla. Il percorso finale è molto suggestivo e consente una visione completa delle cave storiche dell'Altissimo.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Giannelli, Giorgio Almanacco Versiliese, Edizioni Versilia Oggi, 2001-2008, voll. 1, 3 (vedi voci “Chiese e oratori”, “Paoli Amos”, “Riomagno”).

Apt Versilia, Itinerari turistici.

 


 

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